Dobbiamo invocare lo Spirito Santo. Attenderlo come
Maria e gli Apostoli nel Cenacolo. Facciamoci provocare dalle parole di don
Torresin.FONTE
La madre prima di offrire il seno
parla, perché il bambino prima di ciucciare possa parlare e riconoscere nel
cibo il donatore, e rivolgergli la parola che lo nutre come e più del latte.
Fuor di metafora mi chiedo: la
ripresa repentina e accelerata di tutte le celebrazioni che segno è? Forse il
segno che non reggevamo il vuoto. Molti fedeli, ma io credo soprattutto molti
preti, non reggevano il vuoto, perché non sembrava loro possibile altro che
quello: la messa.
Qui occorre – credo – fare una
distinzione tra la celebrazione dell’eucaristia domenicale, memoriale della
Pasqua origine di ogni celebrazione, e la celebrazione feriale. Mi domando: era
necessario riprendere anche la celebrazione feriale, tutti i giorni sempre e
solo la messa? In questi giorni di digiuno, di vuoto, si sono aperti nuovi
spazi di celebrazione che potrebbero essere valorizzati e che credo invece
rischino di venire azzerati dal ritorno del medesimo, dal «tutto come prima». (Antonio Torresin)
Questo discorso, non so come vi trova. Eppure è una
provocazione interessante. Ci ho pensato molto in questi 90 giorni. Vivere la celebrazione
della fede nella diversificazione quotidiana, dentro una ricchezza celebrativa
da nuovo gusto alla stessa comunione eucaristica. Nella mia esperienza di
questi 90 giorni ho rigustato la Messa come un gesto che nella sua non
quotidianità, 3-4 volte alla settimana compresa la domenica, dava la
possibilità ad esempio a lunghi momento di silenzio o rendeva la Liturgia delle
ore, non un più, o un semplice devi, ma un celebrare la fede. Una tra le cose
più belle è stato celebrare l’eucarestia non verso il popolo, ma verso il
crocifisso, in primis per superare il vuoto della chiesa, ma poi è stato un
vivere spiritualmente nella Comunione dei Santi l’offerta a nome di tutti.
Se non faccio la comunione eucaristia, cosa mi manca?
La Parola di Dio di quest’oggi ci racconta del
processo di Paolo a Gerusalemme. Fa sorridere leggere come Paolo si prende
gioco dei suoi accusatore, sadducei e farisei, e poi la pagina si conclude con
la notte in carcere.
La notte seguente gli venne accanto
il Signore… Paolo si è
sempre sentito accompagnato dal Signore nella sua opera. Ora il Signore come
già sulla via per Damasco lo rinfranca e lo esorta a perseverare … Coraggio! Come hai testimoniato a
Gerusalemme è necessario che tu dia testimonianza a Roma.
È una esperienza che suscita certamente una sana e
santa invidia. Come poter ripensare ad una presenza del Signore così?
Il Signore anche nella vita rinfranca e esorta. Hai
memoria come e quando?
Facciamo nostra la supplica di Gesù la Padre: come tu, Padre, sei in me e io in te, siano
anch'essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.
Vieni,
Santo Spirito…
Lava ciò che è sordido,
bagna ciò che è arido,
sana ciò che sanguina.
Piega ciò che è rigido,
scalda ciò che è gelido,
drizza ciò ch'è sviato.
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