29 maggio 2020

ABRUZZO, L'Aquila, Morino





FESTA: 16 agosto
TITOLO:
OPERA:

LUOGO: Ruderi della chiesa sepolcrale di San Rocco


IN ATTESA DELLA PENTECOSTE (5)


Dobbiamo invocare lo Spirito Santo. Attenderlo come Maria e gli Apostoli nel Cenacolo. Facciamoci provocare dalle parole di don Torresin.

… spazio per una immaginazione. Dobbiamo ogni giorno celebrare sempre e solo la messa? E perché non pensare ad una scansione diversa del ritmo celebrativo? Quello che non può mancare è la Parola, che la liturgia con una sua sapienza, distribuisce lungo il tempo, festivo e feriale.

Ma perché non pensare che lungo la settimana in alcuni giorni si celebra con l’eucaristia, in uno con il rosario (sempre alla luce della Parola quotidiana, facendo del rosario una pratica meditativa, di risonanza quella Parola), e in uno con una celebrazione penitenziale (… sempre con il filo rosso della Parola del giorno).

Questo aprirebbe lo spazio per forme diverse di presidenza: se la messa viene sempre presieduta dal presbitero, le altre celebrazioni potrebbero venir presiedute da altre figure significative delle comunità. (Antonio Torresin)

Questo ultimo stralcio dell’articolo di don Torresin è una bomba. Ma come, sento già dire: diventiamo protestanti? Come se i riformati dicono il Rosario, non hanno nemmeno il culto mariano come lo intendiamo noi cattolici.

Altra questione come mi pongo sono le gelosie dei ruoli. Già ci sono senza diversificazione delle celebrazioni della fede. Purtroppo nelle nostre parrocchie ci sono i regni o le piccole cupole di potere. Su questi dobbiamo crescere, se no in questa generazione, forse nella prossima.

Ciò che spicca in questa immaginazione è la valorizzazione della mensa della Parola. Un Vangelo che viene “masticato” e non solo letto, per cui divine quello per cui è stato donato: nutrimento.

Gesù disse: chi mangia di me, vivrà per me. Parole che normalmente le applichiamo solo al Pane eucaristico, ma il Vangelo, la Parola, mangiata, che nutre la vita del cristiano, è quella che diventa la strada che poi il discepolo segue, è l’orma su cui mettere il piede, è la Via…

La Parola di Dio che oggi leggiamo ci racconta nel libro degli Atti del processo a Paolo a Cesarea e il suo appellarsi a Cesare.

C’è un passaggio che mi colpisce. È Festo che parla: avevano con lui alcune questioni relative alla loro religione e a un certo Gesù, morto, che Paolo sosteneva essere vivo.

La Messa è in ordine parola e pane. Noi siamo educati che il pane, l’eucarestia, è Gesù vivo. Certo! Ma anche la Parola è Gesù vivo che parla oggi.

La treno, ha tanti vagoni, ma ciò che lo rende mezzo di trasporto è la locomotiva e i binari, solo così raggiunge la meta. Così per noi. Per vivere il seguimi, che oggi sentiamo ridetto a Pietro, ci vuole pane e parola, ma una osservazione: la locomotiva è una, binari sono molti pezzi, come il pane e la parola.

Infine oggi è la memoria dei Santi Martiri della Val di Non, venuti dall’oriente a Milano e poi inviati a Trento al vescovo Vigilio per annunciare la Parola di salvezza.

Mi è stato detto in questi giorni: Sai don – in questo tempo del tutto-chiuso - sono andato dalla concorrenza! Ma non esiste concorrenza nella chiesa. Non siamo ditte che producono un profitto per sé, ma come Paolo ci insegna, tutti concorrono all’unico Regno di Dio. Ma siamo ancora fermi al campanilismo, purtroppo!

Il Signore ci dia un cuore profondamente missionario.

Vieni, Santo Spirito…

Dona ai tuoi fedeli 

che solo in te confidano

i tuoi santi doni.

 

Dona virtù e premio,

dona morte santa,

dona gioia eterna.

Amen.