12 ottobre 2012

Come è raffigurato?





Nella schiera dei Santi e dei Beati, San Rocco spicca per gli attributi inconfondibili che connotano la sua vita di apostolato tra i malati: il cane, il pane, il bastone, l'Angelo, la zucca, il sanrocchino, la conchiglia, la piaga, la tavoletta e meno frequentemente la Corona del Rosario, la Croce rossa, la Corona e il Libro.

Il cane fu per il Taumaturgo il segno tangibile della Provvidenza Divina che lo soccorreva nelle condizioni di bisogno estremo. È simbolo della sua fedeltà alla chiamata divina e della fedeltà di Dio verso i suoi figli.

Il pane fu il sostegno nella famosa pausa a Piacenza, dove il Santo si isolò perché malato. Un cane gli portava l’alimento, prelevandolo dalla mensa del suo padrone Gottardo. È il simbolo dell’Eucarestia, sostegno nel cammino della vita.

Il bastone richiama le marce lunghissime del pellegrino, con cui esercitò la carità in maniera insigne ed eroica, lenendo piaghe fisiche e morali, asciugando lacrime e consolando il dolore degli uomini. È simbolo del pellegrinaggio della vita, un cammino verso l’Eterno.

L'Angelo Celeste è l'anello che congiunge l'esperienza terrena del Santo alla presenza Divina che infonde coraggio, specie nei momenti di sofferenza solitarie e di umana ingratitudine. È simbolo della presenza Divina, che accompagna i passi del quotidiano.

La zucca (e la borraccia) richiama ancora una volta il pellegrinaggio, custodiva l’acqua per lenire l’arsura nel cammino. È simbolo della sete del divino che c’è in ogni uomo.

Il sanrocchino è sempre un abito legato al pellegrinaggio, mantello corto di tela, che serviva a proteggere dalle intemperie. È simbolo della protezione divina e del senso della come pellegrinaggio verso l’Eterno.

La conchiglia ricorda il pellegrinaggio a Santiago. Ogni pellegrino che si recava in Galizia prelevava la conchiglia dalle spiagge, come segno dell’avvenuto pellegrinaggio. È simbolo della perseveranza: la vita di fede è per il discepolo è un cammino di fedeltà rinnovabile nelle cadute.

La piaga ricorda il morbo della peste che il Santo contrae nei pressi di Piacenza. La carità non è un donarsi con parsimonia, ma totalmente, fino al dono totale di se. È simbolo della carità cristiana.

La tavoletta fa memoria della scena agiografica in cui si racconta della grazia chiesta nel momento della morte da San Rocco: Il Signore accoglie la preghiera sincera dei suoi figli: Rocco anche in morte si mostra uomo di Carità. È simbolo della comunione dei Santi e quindi della preghiera di intercessione.

La Corona del Rosario, presente solo in alcune icone del Santo, ricorda la sua vita di preghiera: preghiera del Rosario che nasce proprio nel periodo storico in cui visse Rocco di Montpellier. È simbolo della preghiera cristiana semplice e quotidiana.

La “Croce rossa”, presente solo in alcune immagini del Pellegrino francese, ricorda la voglia a forma di croce che aveva sul petto fin dalla nascita. È simbolo della predilezione divina ad essere Apostolo di Carità.

La Corona, presente in modo particolare in un dipinto di Pietramelara (CE), ricorda, secondo la tradizione, l’origine nobile del Santo. È simbolo della corona di gloria che va conquistata in Cristo attraverso le opere della fede e della carità.

Il Libro, presente in modo particolare nella statua di San Sostene (CZ), ricorda la capacità del Santo di mettersi alla scuola di Cristo, il Gesù dei Vangeli. È simbolo della sequela cristiana, che attinge la sua Verità nella Sacra Scrittura.

La Pisside, presente in modo particolare nel simulacro di Trappeto Etneo (CT), ricorda la presenza del Signore che accompagna il pellegrinare del Santo. È simbolo che richiama alla presenza eucaristica quale fonte da cui scaturisce sempre la carità: ogni nostra S. Comunione deve essere fonte e scaturigine di amore gratuito.

Ci sono poi altri simboli iconografici, ma che hanno una rilevanza relativa come: malati, borsa da viaggio, e cappello parasole. Essi richiamano nel loro insieme l’apostolato pellegrinante, caritativo e consolatorio di San Rocco.

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