Nella schiera dei Santi e dei Beati, San Rocco spicca per gli attributi inconfondibili che connotano la sua vita di apostolato tra i malati: il cane, il pane, il bastone, l'Angelo, la zucca, il sanrocchino, la conchiglia, la piaga, la tavoletta e meno frequentemente la Corona del Rosario, la Croce rossa, la Corona e il Libro.
Il cane fu per il Taumaturgo il segno tangibile della Provvidenza Divina che lo soccorreva nelle condizioni di bisogno estremo. È simbolo della sua fedeltà alla chiamata divina e della fedeltà di Dio verso i suoi figli.
Il pane fu il sostegno nella famosa pausa a Piacenza, dove il Santo si isolò perché malato. Un cane gli portava l’alimento, prelevandolo dalla mensa del suo padrone Gottardo. È il simbolo dell’Eucarestia, sostegno nel cammino della vita.
Il bastone richiama le marce lunghissime del pellegrino, con cui esercitò la carità in maniera insigne ed eroica, lenendo piaghe fisiche e morali, asciugando lacrime e consolando il dolore degli uomini. È simbolo del pellegrinaggio della vita, un cammino verso l’Eterno.
L'Angelo Celeste è l'anello che congiunge l'esperienza terrena del Santo alla presenza Divina che infonde coraggio, specie nei momenti di sofferenza solitarie e di umana ingratitudine. È simbolo della presenza Divina, che accompagna i passi del quotidiano.
La zucca (e la borraccia) richiama ancora una volta il pellegrinaggio, custodiva l’acqua per lenire l’arsura nel cammino. È simbolo della sete del divino che c’è in ogni uomo.
Il sanrocchino è sempre un abito legato al pellegrinaggio, mantello corto di tela, che serviva a proteggere dalle intemperie. È simbolo della protezione divina e del senso della come pellegrinaggio verso l’Eterno.
La conchiglia ricorda il pellegrinaggio a Santiago. Ogni pellegrino che si recava in Galizia prelevava la conchiglia dalle spiagge, come segno dell’avvenuto pellegrinaggio. È simbolo della perseveranza: la vita di fede è per il discepolo è un cammino di fedeltà rinnovabile nelle cadute.
La piaga ricorda il morbo della peste che il Santo contrae nei pressi di Piacenza. La carità non è un donarsi con parsimonia, ma totalmente, fino al dono totale di se. È simbolo della carità cristiana.
La tavoletta fa memoria della scena agiografica in cui si racconta della grazia chiesta nel momento della morte da San Rocco: Il Signore accoglie la preghiera sincera dei suoi figli: Rocco anche in morte si mostra uomo di Carità. È simbolo della comunione dei Santi e quindi della preghiera di intercessione.
La Corona del Rosario, presente solo in alcune icone del Santo, ricorda la sua vita di preghiera: preghiera del Rosario che nasce proprio nel periodo storico in cui visse Rocco di Montpellier. È simbolo della preghiera cristiana semplice e quotidiana.
La “Croce rossa”, presente solo in alcune immagini del Pellegrino francese, ricorda la voglia a forma di croce che aveva sul petto fin dalla nascita. È simbolo della predilezione divina ad essere Apostolo di Carità.
La Corona, presente in modo particolare in un dipinto di Pietramelara (CE), ricorda, secondo la tradizione, l’origine nobile del Santo. È simbolo della corona di gloria che va conquistata in Cristo attraverso le opere della fede e della carità.
Il Libro, presente in modo particolare nella statua di San Sostene (CZ), ricorda la capacità del Santo di mettersi alla scuola di Cristo, il Gesù dei V angeli. È simbolo della sequela cristiana, che attinge la sua V erità nella Sacra Scrittura.
La Pisside, presente in modo particolare nel simulacro di Trappeto Etneo (CT), ricorda la presenza del Signore che accompagna il pellegrinare del Santo. È simbolo che richiama alla presenza eucaristica quale fonte da cui scaturisce sempre la carità: ogni nostra S. Comunione deve essere fonte e scaturigine di amore gratuito.
Ci sono poi altri simboli iconografici, ma che hanno una rilevanza relativa come: malati, borsa da viaggio, e cappello parasole. Essi richiamano nel loro insieme l’apostolato pellegrinante, caritativo e consolatorio di San Rocco.
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